Patrick Moschen nasce a Levico Terme il 2 settembre del 1970 e all'età di 14 anni si appassiona alla chitarra.
I suoi inizi, come per tutti gli autodidatti, sono tra i più ardui ma vengono facilitati dall'aiuto di alcuni amici già pratici nell'uso delle sei corde.
Suona in innumerevoli contesti e con svariate formazioni musicali, alcune di propria creazione ed altre in cui viene chiamato come chitarrista.
Il blues arriva in una sera del 1989, in un locale della sua Levico Terme, la allora nota “Birreria Romanda”, in cui assiste ad una live performance di un giovanissimo Rudy Rotta. È lì che inizia a capire che il blues è una sorta di linguaggio e così pian piano e inconsapevolmente lascia germogliare quel seme.
Nel 1999 forma, assieme ad altri tre, gli “Hot Road”, una psychedelic rock band con cui per nove anni suona gironzolando il Trentino con qualche piccola sortita in Veneto. Con loro sperimenta i suoi primi fraseggi blues, contaminando con esso qualche brano. Allo scioglimento degli Hot Road dà vita a un progetto che chiama “Blues4Fun”, progetto che gli serve per sperimentarsi come compositore e cantante.
Il blues, il vero blues, lo incrocia casualmente a Torino nel settembre del 2013 dove, grazie ad alcune fortuite coincidenze, si trova sul palco in una kermesse musicale proprio dedicata a quel genere. Quel giorno incontra e conosce una vera e propria comunità di appassionati del genere, primo fra tutti Lorenz Zadro, presidente dell'associazione nazionale no-profit Blues Made In Italy (www.bluesmadeinitaly.com), con il quale nasce un'amicizia scaturita da una stima reciproca.
In quel periodo suona con la “Bluescrackers Band”, ma non trova ancora quel giusto sfogo per la propria vocazione blues. Prosegue con un 2014 ricco di esibizioni, puntando a festival e raduni di blues; in una di queste occasioni, a Torino il 20 settembre 2014, conosce il compianto Luigi Tempera e suona per la prima volta con quello che ad oggi è il suo mentore, Angelo “Leadbelly” Rossi.
Nel gennaio 2015 cura la direzione artistica di un blues festival in teatro e nello stesso mese viene chiamato a candidarsi per il direttivo dell'associazione Blues Made In Italy: accetta, si candida e viene eletto membro del direttivo. Con suo stupore gli viene affidata da subito la vice presidenza.
Ma la sua musica ancora non esce come lui crede, lascia i “Bluescrackers” e inizia un'avventura in solitaria, affidandosi ad amici musicisti di collaudata esperienza e suonando occasionalmente con Angelo”Leadbelly” Rossi nel loro progetto “Three Dogs Night”.
Ogni suo concerto è diverso sia per i brani proposti che per il fatto che non si sa mai chi potrà esserci a condividere il palco con lui.
Il progetto musicale che presenta al Bitonto Blues Festival, "P.M. Hypnotic Blues Trio Project", nasce dalla passione per quel blues che si trova affondato nelle radici delle sue stesse origini e che ha dato vita a gran parte della musica che al giorno d'oggi ascoltiamo. Questa forma primordiale godeva di varie caratteristiche tra cui quella d’avere un movimento ritmico ipnotico e suggestivo comunemente definiti come mood. Tale peculiarità sonora, in questo progetto, viene ripresa e adattata come filo conduttore del set e usata per poggiarvi i versi, i canti e le sortite musicali dei vari componenti